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Conoscere e visitare

Il percorso attraversa luoghi fin dall’antichità ricchi di insediamenti, per lo più rurali, documentati da numerosi reperti archeologici riconducibili soprattutto ai primi secoli del cristianesimo e all’alto medioevo, con punte di antichità che, nella zona di Seveso, riportano alla seconda Età del Ferro (V-IV secolo a.C.).

La memoria del mondo preromano e romano affiora soprattutto nei più antichi luoghi del sacro, come il millenario complesso di S. Vincenzo a Galliano a Cantù, sorto in un luogo di culto di matrice preromana, quasi a significare che ciò che è sacro è sacro per sempre, anche con il mutare dei culti e delle religioni.


Il successivo primo diffondersi del cristianesimo è ben testimoniato, ad esempio, non solo dal complesso plebano di Galliano, ma anche da piccole antiche chiese, un tempo campestri, come quella di S. Materno a Figino Serenza.
Lungo il Cammino si avvicendano anche le grandi “stagioni” dell’arte europea: il Romanico, innanzi tutto, testimoniato, ad esempio, dalle severe forme di S. Vincenzo e del suo battistero, o il Gotico, rappresentato dall’oratorio gentilizio di S. Stefano a Lentate sul Seveso, splendido esempio della cultura lombarda cortese del XIV secolo.


Il percorso avvia alla scoperta di molti altri monumenti di importanza storica: il Medioevo rivive nella rete dei conventi e dei potenti monasteri, come quello di S. Maria a Cantù, di fondazione cluniacense, al quale la tradizione locale attribuisce la diffusione del merletto a tombolo a fuselli, o come quello di S. Vittore a Meda, le cui vicende si intrecciano addirittura con quelle di Sacri Romani Imperatori; rivive, a Cantù, nelle fortificazioni e nelle vie del cuore antico della città, nella memoria di antichi Hospitalia, luoghi di accoglienza e cura dei viandanti, ma anche di protezione sanitaria della città dal pericolo mortale, sempre incombente, di pestilenze e epidemie.


La storia del paesaggio agrario è richiamata dalle antiche cascine, talvolta fortificate, perno dell’organizzazione agro-fondiaria del territorio, e dalle eleganti ville patrizie sette-ottocentesche, al tempo stesso luoghi di delizie e centri gestionali delle proprietà.


Ma la storia che unisce il tutto è quella stessa di Pietro da Verona, a cui, non a caso, si legano alcuni fra i più importanti monumenti del Cammino: l’oratorio di S. Stefano a Lentate, voluto da un nobile, Stefano Porro, di cui si indagano possibili legami di discendenza da uno degli accusati dell’assassinio di Pietro, il misterioso Albertino Porro; il Monastero di S. Vittore a Meda, dove il frate, pare, fece tappa prima del martirio e dove morì, in seguito alle ferite subite, il suo compagno di viaggio; ma soprattutto il grande Santuario di Seveso, ampliato in belle forme secentesche a perenne memoria del martirio.

 

Le ragioni e la ricerca

Camminare per scoprire scorci in sospettati, dettagli sconosciuti di un paesaggio che i rapidi cambiamenti del vivere moderno tendono ogni giorno ad alterare...

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Lungo il percorso

I pannelli e le indicazioni che trovi lungo il percorso

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