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Le ragioni e la ricerca

Camminare per scoprire scorci in sospettati, dettagli sconosciuti di un paesaggio che i rapidi cambiamenti del vivere moderno tendono ogni giorno ad alterare; camminare per "leggere" più da vicino, nel territorio, le tracce del passato, per ritrovare i segni piccoli e grandi lasciati dal lavoro e dalla fede, dalle gioie e dalle fatiche di chi ci ha preceduto.

È questo lo spirito che anima la nostra Associazione; è questa la ragione che ci spinge a ripercorrere antiche strade, a rivisitare antiche mete di pellegrinaggio che, per il loro valore storico e artistico, oltre che religioso, sono state, e continuano ad essere, punti nodali della nostra civiltà. 

E' nata da qui anche l'idea di ripercorrere il cammino romeo, e di ripercorrerlo lungo una delle direttrici di traffico più antiche e famose, nota ormai, convenzionalmente, come "Via Francigena". E così, cercando un percorso storicamente significativo che potesse portarci da Como a Milano, da dove poi proseguire per l'antico guado di Corte S. Andrea, sul Po, punto di raccordo con il tracciato della Francigena, ci siamo imbattuti in Pietro da Verona, patrono secondario della città e diocesi di Como, e nella sua vicenda di martirio, consumatasi, in un periodo di violenti contrasti religiosi, sui sentieri che univano Cantù a Seveso.


Ci è sembrato innanzi tutto doveroso richiamare alla memoria la figura di questo santo e cercare di far rivivere alcuni aspetti del culto, dell'iconografia e delle tradizioni devozionali comasche a lui collegate.


Abbiamo pensato quindi di ricostruire, prima attraverso documenti cartografici poi attraverso la foto aerea e la ricerca di superficie, le tracce di un antico percorso Cantù - Seveso che potesse avvicinarsi il più possibile all'itinerario compiuto da san Pietro il giorno del suo martirio.

Abbiamo scelto come punti di partenza del nostro itinerario due luoghi che riportassero al tema del cammino e alla radice storca di questo Cammino: la chiesa di S. Antonio, un tempo annessa all’antico Hospitale omonimo, e il Santuario di Seveso, memoria tangibile del martirio di Pietro da Verona.

Punti nodali del tratto canturino il complesso della Basilica e del Battistero di Galliano e la chiesa prepositurale di S. Paolo, con il bell'Oratorio della Beata Vergine. Da lì si è snodata la nostra ricerca, che ha tenuto conto di cappelle votive e di cippi, di tratti di strada palesemente antichi, di insediamenti e di geoformazioni significativi, di toponimi antichi e recenti.


Disperavamo di potere ritrovare, fuori del nucleo storico di Cantù, un tracciato storicamente interessante, laterale alle arterie di maggior traffico, in un contesto ambientale e paesaggistico profondamente sconvolto dalla industrializzazione, dalla espansione degli abitati, dalla comparsa di nuove strade e di nuovi mezzi di comunicazione.

Ma, ancora una volta, lentamente, prima a fatica e poi in modo sempre più sicuro, il passato ha cominciato a riemergere e l'antica strada Cantù - Seveso, segnalata dalle belle mappe catastali settecentesche, ribadita dalla cartografia austriaca di metà Ottocento, è ritornata leggibile e, soprattutto, è tuttora interamente e comodamente percorribile, sia a piedi che in bicicletta.

Non sappiamo se sia stata interamente questa la strada percorsa dal nostro Santo martire, ma è certo che il suo tracciato è antico, che coincide con i documenti riguardanti il martirio del Santo e la storia del Santuario e che tocca luoghi, insediamenti ed emergenze architettoniche ed artistiche di notevole interesse.


Ripercorrere questo itinerario significa non solo ritrovare le tracce fisiche e toponomastiche di un'antica civiltà rurale ormai cancellata dal progresso, ma soprattutto riscoprire nel suo vero significato quella rete di manufatti, di insediamenti, di luoghi di culto, di lavoro e di arte che costituisce tuttora il tessuto connettivo più antico e vitale del nostro territorio e di qualsiasi territorio del nostro Paese.


Se il punto convenzionale di partenza consente di visitare, a Cantù, luoghi di assistenza ai viandanti come la chiesa dell’antico hospitale di S. Antonio, o monumenti insigni come la Prepositurale di S. Paolo e il complesso di S. Vincenzo a Galliano, il seguito del percorso offre altre "incontri" non meno interessanti: luoghi di pellegrinaggio e di fede popolare come il Santuario canturino della Beata Vergine dei Miracoli o, sul piano di una religiosità "minore" ma non meno sentita, la cappella votiva nell'antica località cimiteriale di S. Agata, presso quella che era, un tempo, la cascina omonima, in comune di Figino Serenza ma in parrocchia di Montesolaro; angoli insospettati, come le antiche mura di Cantù o la corte di Mocchirolo, con la trecentesca chiesetta di S. Grato, spogliata dei suoi affreschi, ora conservati nella pinacoteca di Brera, ma ancora aperta al culto e frequentata dai fedeli; gioielli d'arte poco conosciuti e recentemente valorizzati, come l'oratorio di S. Stefano di Lentate, pregevolmente affrescato.

Ci si accosta, infine, ai luoghi del martirio di san Pietro, passando davanti alla cappella di Farga, con i suoi affreschi di devozione popolare; si visita infine il santuario di S. Pietro a Seveso, con la sua architettura composta e misurata e con le reliquie del martirio del Santo: luogo antico di culto, che ha mosso e continua a muovere folle di fedeli, e che è giusto che tutti possano riscoprire ed apprezzare nella dimensione del camminare.


E ora, le proposte, e gli scopi di questo lavoro rendere più "visibili" monumenti importanti come l'oratorio di S. Stefano a Lentate o come il santuario di Seveso; salvaguardare e restaurare monumenti e decori; salvaguardare gli aspetti ambientalistici e paesaggistici, incentivando, ad esempio, la pulizia dei corsi d'acqua Serenza e Seveso, la manutenzione dei guadi e dei sentieri, il recupero delle cave; ma, soprattutto, segnalare questo percorso, valorizzandolo e rivitalizzandolo nel suo complesso.


Questo nuovo portale web, con le sue schede di approfondimento dedicate ai punti di interesse del percorso, ad iniziare da quella dedicata al santuario di Seveso, direttamente legato al culto di San Pietro, ne vuole appunto essere lo strumento principale.

Nel contesto italiano, così straordinariamente ricco di bellezze naturali ed artistiche, questo - che ci è piaciuto chiamare “Cammino di San Pietro” in omaggio al santo frate Pietro sepolto a Milano e al santo Apostolo sepolto a Roma - è certamente un itinerario minore.

È però certamente un itinerario che ci riporta alle radici della nostra cultura, per aiutarci non solo a ritrovare il nostro passato, ma anche, forse, a conoscere meglio noi stessi e a sperare di più nel nostro futuro.

 

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Ambra Garancini – Associazione Iubilantes

 

www.iubilantes.eu

 

www.camminacitta.it

www.retecamminifrancigeni.eu

 

 

 

L’Associazione Iubilantes, organizzazione di volontariato culturale ONLUS, fondata nel 1996, Riconoscimento Speciale Premio per la Pace 2004 di Regione Lombardia, si ispira ai valori della solidarietà, dell’ospitalità, della cooperazione fra i popoli,  dell’approccio umano e personale alla storia, ai beni artistici e culturali, alle tradizioni, e ritrova questi valori nella storia e nella cultura del pellegrinaggio, come fattore unificante di civiltà e radice storica del nostro presente. Ripropone in termini moderni l’esperienza del pellegrinaggio e dei suoi suggestivi percorsi; riscopre, pratica e diffonde il gusto antico e sempre nuovo del viaggiare a piedi e lo spirito di accoglienza e solidarietà che lo caratterizzano, nonché il gusto del contatto lento e naturale con l’ambiente, le tradizioni e i monumenti. In questo contesto ha maturato ampia esperienza di studio e valorizzazione dei percorsi storici anche tramite innovative applicazioni del web culturale.

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