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Geologia

Il nostro itinerario si snoda in un territorio pedemontano, modellato da fenomeni di deposizione glaciale e fluvioglaciale durante le diverse fasi glaciali ed interglaciali che hanno interessato la nostra zona nel periodo Pleistocenico dell’Era Quaternaria.


In quel periodo grandi colate glaciali provenienti dalle Alpi a più riprese hanno interessato il nostro territorio, spingendosi nei momenti di massima espansione fin quasi a Milano. I ghiacciai hanno esercitato un’intensa azione di abrasione e di escavazione sulle rocce su cui scorrevano, producendo enormi quantità di detriti, che trasportavano a valle verso la pianura.

Quando il clima ritornava ad essere più mite, il ghiaccio fondeva e tale materiale veniva abbandonato alla fronte. Hanno avuto così origine i depositi glaciali, costituiti da un ammasso caotico di frammenti rocciosi di dimensioni e origini diverse, immersi in una matrice argilloso-limosa fine, spesso disposti a formare rilievi morenici che si presentano come sistemi di dolci colline disposte in ampie cerchie.

A tali depositi si associano sedimenti di origine fluvioglaciale, prodotti dall’azione dei torrenti di scioglimento glaciale, che hanno portato alla formazione di ampi terrazzi (o pianalti), situati nelle aree a sud delle principali formazioni moreniche.


Nel territorio interessato dal nostro itinerario si riconoscono per lo più depositi riferiti alle ultime tre grandi espansioni glaciali, un tempo indicate dai geologi come Mindel, Riss e Wurm.


Il terrazzo fluvioglaciale più antico si è generato nel Mindel (455.000 - 300.000 anni fa circa); nel nostro territorio ha una forma pressapoco triangolare e si estende dai boschi di Cimnago e da Cascina Galeazzo, ad ovest, fino alla Valle di Brenna ad est, e a sud fino al centro di Meda.

La porzione più superficiale dei materiali deposti in questo periodo, esposta per un lungo periodo agli agenti atmosferici, è andata incontro a profonde trasformazioni chimico-fisiche, dando origine ad argille di un caratteristico colore rosso mattone. Questi terreni argillosi ed impermeabili, per l’alto contenuto in ossidi di ferro sono comunemente denominati ferretto.

I depositi Rissiani (200.000 - 130.000 anni fa circa) invece, sono più settentrionali e si presentano meno alterati; la cerchia morenica è riconoscibile da Cermenate a Figino fino a Vighizzolo di Cantù e il pianalto è il territorio immediatamente retrostante.

Ancora più recente è la fase glaciale Würm (110.000 - 12.000 anni fa circa), che ha lasciato depositi ben evidenti nella zona di Cantù, Vertemate, Fino Mornasco e, più a nord, attorno al lago di Montorfano.

L’ultima fase evolutiva del territorio, ancora in corso, ha avuto inizio circa 11.000 anni fa, quando si sono formate le aste fluviali del Seveso e del Serenza, i due torrenti che intersecano e accompagnano il nostro itinerario, con la loro attività di erosione, trasporto e sedimentazione.

Il percorso passa accanto ad alcune vecchie cave di argilla (Cava Gallese, Cava Cattaneo, Cava Giudici), che si presentano come vaste aree depresse.

L’estrazione dell’argilla, praticata fin dai tempi antichi, ha subito un grande sviluppo nel dopoguerra, con l’aumentata domanda di materiali da costruzione. L’attività di scavo è poi progressivamente diminuita per la scarsa convenienza economica con l’esaurirsi del materiale più facilmente lavorabile, cessando quasi completamente negli anni ’70 del secolo scorso.

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